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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Giornosofia 13 - N come Nascita

Il nostro abbecedario di Giornosofia arriva alla lettera N. N come nascita.

Con nascere possiamo intendere ciò che prima non c’era e adesso c’è.

Ma prima non c’era o era altro? È comparso dal nulla o era la stessa materia con una forma diversa? E da qui potremmo proseguire per oltre 2mila anni di metafisica dell’Occidente.

Quello che interessa alla giornosofia è però la nascita del soggetto. E cioè del nostro Io.

La nascita del soggetto non corrisponde alla nascita biologica.

Si narra che Federico II di Svevia, l’imperatore che fu chiamato lo Stupor mundi e che visse otto secoli fa, fece compiere dai suoi servi un esperimento.

Prese dei neonati e li rinchiuse dove non potevano avere rapporti con altri esseri umani. Ricevevano il nutrimento necessario, potevano muoversi, ma era fatto divieto di parlare con loro. Le nutrici entravano il tempo necessario e stavano in silenzio. Federico pensava in questo modo di scoprire il linguaggio originario dell’uomo, quello che si usava prima della torre di Babele. Quale lingua avrebbero parlato se nessuno gliene avesse insegnata una?

Ebbene, pare che nessun neonato sopravvisse e la domanda rimase inevasa. Questo per il semplice fatto che non esiste alcun linguaggio originario e al contempo non esiste soggetto al di fuori di una comunità umana parlante e accudente (nel senso che genera significati e senso sulle cose del mondo).


Anche noi prima di diventare noi, cioè quelle persone che si riconoscono in un nome, in una storia, in alcuni ricordi, abitudini, gusti, idee, ecc. non eravamo noi. Poi a furia di essere chiamati per nome, crescendo e praticando un linguaggio, abbiamo imparato che io ho un corpo, genero pensieri, parole, azioni, e fuori di me ci sono altri corpi che generano pensieri, parole, azioni. Abbiamo scoperto di far parte di una comunità di soggetti.


Non solo, quando abbiamo compreso di essere un soggetto eravamo molto più piccoli di ora, la nostra pelle era più morbida, il nostro volto più paffuto. Possiamo ipotizzare che gran parte degli atomi che ora compongono il nostro corpo non sono gli stessi che lo formavano allora, poiché molte cellule si sono rigenerate.


Eppure noi, come la nave di Teseo che si chiamava sempre allo stesso modo anche se le sue parti erano state completamente sostituite, continuiamo (salvo particolari traumi) a pensare di essere le stesse persone di allora.


L’esercizio filosofico di oggi è un esercizio di memoria. Provate a cercare nei vostri ricordi il primo che avete di voi come soggetto, come identità a sé stante, diversa dagli altri, scartate i ricordi legati a un’emozione, i fotogrammi di sguardi o sorrisi. Non è facile, spesso i ricordi infantili non riusciamo a legarli a un prima e a un dopo. Però provateci. Io mi sono sforzato e per esempio credo che sia legato all’asilo e a una lite per un pupazzetto a forma di scimmia.


A cosa serve questo esercizio? Se fossimo nel film Blade Runner a dimostrare che non siamo replicanti, anche se poi a un certo punto del film si scopre che si possono anche impiantare falsi ricordi. Ma lasciamo da parte la fantascienza.


A cosa serve l’esercizio? A focalizzare che c’è un prima e un dopo, che non siamo sempre stati noi, che la nostra identità è nata a un certo punto. E se andremo avanti nel tempo con i ricordi, ci accorgeremo che nelle varie classi scolastiche, nei luoghi di lavoro, nelle nuove relazioni personali (amori, amicizie) ogni volta è nata una diversa identità.


Eravamo sempre noi, ma abbiamo appreso a pensare e a fare anche in modo diverso rispetto a prima (in fondo siamo sempre l’upgrade di un replicante se volessimo restare all’analogia con il film di Ridley Scott).


Se prendiamo coscienza di ciò, comprendiamo che siamo nati più volte (come soggetti), pur restando sempre noi. Quindi potremo rinascere ancora.

Un percorso di giornosofia, cioè di consulenza filosofica, ci aiuta a comprendere quali sono le condizioni per rinascere.

Dipende da noi? Solo da noi? Dagli altri? Da quali circostanze?

Il saggio dice che ogni cammino, anche il più lungo, inizia con il primo passo. Porsi queste domande è il primo passo per scegliere di rinascere (o per rispondere alla questione finale di Blade Runner, scegliere di vivere veramente).

Vi aspetto alla prossima lettera: la M.

Il video di Giornosofia 13, più o meno le stesse cose dette alla videocamera.


Il podcast di Giornosofia 13 - N come Nascita lo trovate qui assieme agli altri.

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