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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Senza memoria, senz'anima

Giovedì 26 settembre 2019. Prevista una fine di settimana ancora mite su laghi insubrici e valli ossolane. Domenica è però atteso un aumento della nuvolosità.


Dal barometro del tempo a quello dei tempi. Questa settimana a segnarlo è una sentenza della Corte di giustizia europea che dà ragione a Google. Sostiene che il diritto all'oblio vale solo nell'Ue (nella fattispecie il caso era francese), e Google non può invece essere obbligata a rimuovere i dati che qualcuno non vorrebbe si leggessero sul suo conto negli altri Stati.

Sul diritto all'oblio e sulla sua soggettività ci sarebbe molto da scrivere, ma non è questo il valore della notizia. Consiste invece nell'inadeguatezza del diritto di fronte alle nuove tecnologie. Il diritto è territoriale, vale all'interno dei confini degli Stati, ma la Rete è extraterritoriale.


Non solo, negli articoli letti sui quotidiani non se ne parla, ma basta installare un app VPN (ce ne sono di gratuite), che fa sembrare il nostro pc o smartphone collegato dagli Usa o da un Paese esotico, ed ecco che anche i contenuti rimossi (obliati) per l'Europa possiamo leggerli da casa senza volare oltreoceano.

Il fatto che oggi la politica europea si accapigli sui confini e sui corpi, vedasi migranti, sbarchi, Mediterraneo, ecc., è perché si tratta dell'ultimo baluardo, il confine fisico, che sembra rimasto controllabile dagli Stati. Non lo è più invece la massa di informazioni, di dati (personali, economici, finanziari, ecc.), che viaggiano senza confini e senza freni nella Rete, l'immateriale essenza che contraddistingue il sapere e la personalità umana. E così ci si occupa del corpo (dei corpi dei cittadini e non) poiché l'anima è ormai stata venduta altrove.

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