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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Scendere in cantina

Dopo un venerdì ricco di fiocchi di neve, nell'Alto Piemonte, sabato le precipitazioni dovrebbero trasformarsi in gocce di pioggia sulle rive dei laghi e nei fondovalle.

Il barometro del giovedì questa settimana parte invece da un aneddoto personale. Nei giorni scorsi ho fatto un po’ di "svuotacantina". Si aprono gli armadi del seminterrato, si scoprono pieni di oggetti accatastati, privi di ogni catalogazione, e si sceglie cosa gettare e cosa tenere (scoprendosi degli Amleto della muffa: buttare o non buttare? Questa bolletta del ’98 la tengo? Il peluche di Duffy Duck? Le Vhs? Le sorprese dell’85 del Mulino Bianco? La pietra ollare?

Le cose che si accatastano in cantina sono solitamente di due tipi. Le prime sono quelle che non si sa mai, perché potrà tornare utile o servire un domani, salvo che quando serve non ti ricordi di averla o ti sei dimenticato dov’è. Conservarle è inutile, è solo un rinviar loro la discarica, consegnarle al braccio della morte dell'oblio.

Le seconde sono quelle che rappresentano dei ricordi. Sono quei feticci che non sai dove mettere, poiché a mostrarli o tenerli in casa ti vergogni, ma hai bisogno di sapere che sono lì, sotto i tuoi piedi, dove ritieni possano mantenere intatto tutto il potere del realismo magico.

Lo svuotacantina è questo esercizio da equilibristi: occorre liberarsi di qualche ricordo, bisogna fare spazio, liberarsi del malinconico deja vu, e al contempo non si può fare tabula rasa, perché rivedere quelli oggetti è comunque spolverare un pezzo della tua anima, di ciò che sei stato, delle persone con cui hai riso indossando quella maglietta sbiadita di un concerto rock.

E' un esercizio impegnativo, ma con gli oggetti delle cantine è comunque più facile. Pensate quando dobbiamo farlo con i nostri ricordi, i nostri sentimenti, intendo quando bisognerebbe cancellarne alcuni per fare spazio ad altri; è tutto più complicato, e infatti difficilmente riesce per un atto di volontà. Capita, invece, per vie sconosciute, che a un certo punto rivivere alcune situazioni, o ricordarle, ci è indifferente. Poi però, magari, si scende in cantina, e…



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