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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Non passa la mano

Nell'alto Piemonte, nel fine settimana, previste ancora temperature minime prossime allo zero e qualche moderata precipitazione. Il barometro del giovedì di questa settimana si occupa di un sentimento diffuso di questi tempi, forse anche più della paura: l’incertezza. Quella che come canta Fossati "non passa la mano" (per chi volesse riascoltarsi Ci sarà: https://bit.ly/3pQqiWu).

Si parte dall’incertezza più assillante, qual è quella dell’esito di un tampone. I tempi di comunicazione, leggo dalle cronache, sono molto variabili. Sarò positivo o no? Quando lo saprò?

Poi l’incertezza della riapertura: Natale sì, Natale no?

Aggiungiamoci l’incertezza sul vaccino, quando sarà disponibile per tutti?

Persino l’economia non è messa meglio, Recovery fund incerto dopo il veto polacco-ungherese.

E anche se è difficile immaginare una seconda guerra civile americana, l’incertezza ha pesato (e per certi pesa ancora con i ricorsi di Trump) sull’esito delle elezioni Usa. E possiamo aggiungere dalla Bielorussia al Perù, altri assortimenti vari di incertezza politica.

Ora, da filosofi, si potrebbe dire: avete voluto mettervi la maglietta Carpe Diem e adesso cogliete (accontentatevi) di quello che passa il giorno. Il buon Orazio d’altronde, con quei versi, sosteneva questo: essere esposti ai flutti della vita e farli propri, non certo un edonistico: ogni lasciata è persa.

Però. Però è vero che l’incertezza mina due fondamenti del nostro essere umani.

Il primo è la ricerca della felicità. Felicità deriva da felix, cioè da fertile, ma per rendere una terra fertile occorre arare, seminare, attendere, avere giornate di pioggia e di sole. La felicità nasce da un progetto e, nell’incertezza, in una terra senza stagioni, senza previsioni, è difficile progettare, confidare nel raggiungimento della felicità.

La seconda caratteristica umana che viene messa in gioco è il fare promesse. Noi facciamo promesse perché abbiamo una concezione di futuro e di volontà (libero arbitrio). Una peculiarità che è estranea agli altri animali (almeno per quanto ne sappiamo).

In fondo la vita umana è una lunga serie di promesse a noi stessi, verso gli altri, verso ciò che si ritiene degno o superiore, ma anche di promesse verso di noi. Su queste promesse, più o meno esplicite, basiamo i nostri desideri, le nostre aspettative. Promettiamo, magari non manteniamo, cerchiamo scuse o ce ne assumiamo le responsabilità. Ma come si fa a promettere se si vive nell’incertezza. Bisognerebbe credere a Babbo Natale. O alla filosofia.



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