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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Nei panni degli altri

Nell’Alto Piemonte è previsto un altro fine settimana senza precipitazioni.

Il barometro del giovedì ricorda invece che oggi, 17 marzo, è l’anniversario palindromo (161 anni) dell’Unità d’Italia.


Ecco, ho sempre cantato con Gaber “io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”. Perché possiamo credere che esista l’essenza dell’umanità. D'altronde, sia la religione cristiana, sia la rivoluzione francese hanno idealmente propugnato che siamo tutti fratelli.

Però poi, se togliamo la lingua che parliamo, il nostro genere, la nostra cultura, la nostra famiglia, i nostri amici, il nostro lavoro cosa ci resta? Una serie di cromosomi?


Insomma, purtroppo o per fortuna, nasciamo italiani o neozelandesi, maschi o femmine, in una casa o in una capanna. Perciò il problema di tutte le società umane è stato, come parliamo con i barbari (il termine greco deriverebbe da una presa in giro di colui che balbettava perché non parlava bene la lingua greca).


E allora diciamo che l’essere umano è quella persona che può provare a mettersi nei panni degli altri, anche se più spesso pretende che gli altri mettano i suoi.




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