La scarpa solitaria
- Andrea Dallapina
- 24 feb 2022
- Tempo di lettura: 1 min
Ancora cieli prevalentemente sereni sopra l’Alto Piemonte anche nel prossimo fine settimana. Il barometro del giovedì occupa invece delle scarpe lungo le strade.
Ieri, mentre percorrevo la superstrada ossolana, ne ho notata una, all’apparenza una robusta scarpa maschile ormai deteriorata. Sono anni che resto sempre un po’ stupito quando vedo queste scarpe orfane lungo strade e autostrade.
Come ci sono finite? Ho scoperto che è una domanda che in diversi si pongono: c’è qualche forum su internet, qualcuno che addirittura le fotografa, di risposte convincenti su come finiscano lì non ve ne sono, ma tantissime sono le ipotesi. Non voglio aggiungerne altre.
Mi piace analizzare la sensazione di disagio che provoca in me la visione della scarpa sul ciglio autostradale. Quella presenza inspiegata evoca un’assenza, l’assenza dell’essere umano.
L’immagine delle scarpe vuote richiama a drammi, tragedie, incidenti, esplosioni, deportazioni. La scarpa vuota è il fantasma di un cammino interrotto. Perché l'umanità è una moltitudine in cammino.
Ogni giorno, alcuni più di altri, occorre saperlo riprendere, cercarne il senso. Con fatica. Con fastidio. Con dolore. Con sofferenza. Con speranza.

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