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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Il cacciatore di nocciole

Nell’alto Piemonte previsto un fine settimana all’insegna del bel tempo.

Il barometro del giovedì è invece dedicato a una notizia letta su Il Post che riassume la disputa della Nutella.


Riassumo brevemente. Ferrero, produttrice della crema spalmabile, vuole aumentare la produzione italiana di nocciole per essere meno dipendente da quelle turche. Operazione che c’entra anche con l’immagine nei confronti dei consumatori.


In alcune zone, in particolare nel Viterbese, ma anche in altre zone italiane, molti agricoltori hanno perciò impiantato nocciole (una coltivazione che non richiede grandi investimenti e risulta redditizia).


Esponenti ambientalisti e alcuni sindaci hanno però lanciato l’allarme: la monocoltura di nocciole rischia di modificare il paesaggio, squilibrare l’ecosistema, aumentare l’uso di pesticidi, e via dicendo.


Sembra un paradosso irrisolvibile, non vogliamo la globalizzazione ma controllare la filiera a livello locale (per poter controllare qualità e rispetto dei diritti), però, al contempo, non vogliamo che si produca vicino a noi per non alterare ambiente e paesaggio.

Ovvero, non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. E se è complesso il problema della Nutella, figuriamoci quello afgano. L'errore è far finta che non lo sia e poi scoprirsi a raccogliere bambini sui muri dell'aeroporto di Kabul.



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