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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Chi trova un amico?

Le previsioni meteo indicano un fine settimana soleggiato o poco nuvoloso sull'Alto Piemonte, con temperature ancora miti per il periodo.

Il clima da coprifuoco ha invece mosso le lancette del barometro del giovedì, che però avrebbe bisogno di un aiuto da casa.


Ho in mente un romanzo (o racconto) di fantascienza di qualche decennio fa. Immaginava una sovrappopolazione della Terra e un’umanità che faceva i turni per vivere. Una cosa tipo vivi un giorno alla settimana e gli altri sei dormi (sonno indotto). Un solo giorno per vivere le proprie relazioni umane, per amare, lavorare, ecc.


La memoria inizia a vacillare e non mi ricordo il titolo e l'autore, se qualche appassionato di science-fiction o distopie volesse aiutarmi, gliene sarei grato.

Non voglio certo proporre il vivere a giorni alterni o cose simili quale soluzione alla pandemia (anche se nel mazzo della qualunque che ognuno si sente in diritto di sparare non sfigurerebbe), ripensare al romanzo invece mi ha fatto riflettere sul fatto se noi, che ci crediamo liberi di determinare le nostre amicizie e frequentazioni, lo siamo veramente (al di là dei lockdown vari).


I nostri amici non sono forse frutto delle scuole, degli uffici, delle fabbriche, dei lavori e delle professioni che abbiamo fatto. Delle associazioni che abbiamo frequentato, degli oratori o delle sezioni di partito, del circolo del tennis o della palestra, dei viaggi che abbiamo intrapreso. Li abbiamo scelti o ce li siamo trovati? Se dormissimo di giorno e vivessimo di notte avremmo gli stessi amici? Se tornassimo a casa solo il martedì e il mercoledì, avremmo gli stessi amici? E se alla fine fosse l’occasione a fare l’uomo amico?

Se qualcuno si ricorda il titolo del romanzo me lo scriva, chissà, potrebbe nascere un’amicizia.


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