top of page
  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

1983

Sabato e domenica prossimi cieli parzialmente nuvolosi nell’Alto Piemonte.

Il barometro del giovedì stamani si è svegliato con in testa le parole di una canzone di Lucio Dalla che recita:

“Una paura che offende, che ogni mattina ci prende/

La paura di esser ciccia da contare e che la vita non cambi più”.

La canzone è "1983", ha 39 anni, mentre il cantautore bolognese domani ne avrebbe compiuti 79.


I due versi della canzone fotografano in modo chiaro la sensazione di molti di noi in questi giorni di fronte alle notizie dall’Ucraina. Oltre allo strazio per le immagini delle vittime, cova il timore che lo spettro nucleare ci trasformi tutti in ciccia da contare, in matematica da bollettino da guerra, in numeri di una partita doppia dei morti e dei sopravvissuti grazie alla quale proclamarsi vincitori.

D’altro canto, questa paura si unisce al senso d’impotenza, alla sensazione di vivere in un limbo, in un “giorno della marmotta” nel quale i giorni si susseguono uguali e senza possibilità di soluzioni differenti.


Dalla, in chiusura di canzone, fornisce una splendida risposta, che in fondo consiste nel saper guardare con occhi diversi.

“Tutti quanti, perfino i più tristi

Aspettiamo di svegliarci insieme e di guardarci, di toccarci e di guardarci

Come non ci fossimo mai visti

E proprio te

Questa notte in piazza sulle spalle di nessuno, sarai un re

Niente bombardamenti”.

Se vi va di ascoltare 1983, la trovate qui https://www.youtube.com/watch?v=QJLN7Msr45U






bottom of page