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  • Immagine del redattoreAndrea Dallapina

Ancòra!

Il piacere dei piaceri è quella sensazione di crogiolarsi nel racconto delle proprie emozioni, sensazioni, ricordi, sentimenti, di quella volta che…


È una sorta di radice quadrata del piacere, ne estrae il senso e ce lo fa conservare, per poi elevarlo alla potenza al momento necessario, quando sentiamo il bisogno di riviverlo, di riassaporarne il ricordo.


Chi legge dirà che la memoria di un bacio non è un bacio. E ovviamente sottoscriviamo, ma senza la memoria di un bacio, ogni nostro desiderare finirebbe con l’essere un sogno solipsistico, un capriccio o una proiezione individuale. È la memoria dell’è stato che ci consente di non impazzire, di desiderare con piacere. Di immaginare che l’è stato potrà esserlo ancora. Ancora, ancora, ancora, come si dicono gli amanti dopo essersi salutati (se il mondo fosse un film della Nouvelle Vague).


In generale, senza scomodare Proust e le sue madeleines, è un profumo, un’immagine, una melodia a evocare in ogni un ricordo (traumatico o piacevole che sia).


In questa sezione del blog di Giornosofia si scriverà perciò del racconto del piacere, una fenomenologia edonistica per dirla da filosofi. E lo si farà nella forma di piacere letteraria per me massima da parte di chi scrive, che è quella dell'incipit. Cioè dell'evocazione e della promessa al contempo, del qualcosa è accaduto o accade e ti farò desiderare sapere cosa si cela dietro a questo inizio.


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